Export, un 2011 a due facce

Così come nella produzione anche per l'export pratese il 2011 ha lasciato indicazioni contrastanti: positivi i primi tre trimestri, negativa l’ultima parte dell’anno. Lo comunica l'Unione Industriale Pratese in una nota dalla quale si evince anche una crescita dell'export manifatturiero del 5,2% dopo +17,5% del 2010.
Il rallentamento della produzione iniziato a settembre dopo la frenata globale dell’economia “ha portato una variazione negativa dell’export pratese pari al -2,8% nel 4° trimestre 2011 rispetto al 2010 generalizzata in tutti i settori manifatturieri, escluso i filati per maglieria. All’interno del tessile infatti, l’export di filati per maglieria del distretto mantiene da due anni un trend positivo e conclude il 2011 a +14,5%. I tessuti ortogonali, che costituiscono una grossa fetta dell’export di Prato (circa il 35%) chiudono l’export annuo a quota +2,1%, con un 4° trimestre decisamente negativo (-5,9%); allo stesso modo i tessili tecnici, arredo e speciali sono cresciuti fino al terzo trimestre per mettere a segno -4,1% nell’ultimo, attestandosi a fine 2011 a quota +6,5%. L’export di abbigliamento della provincia di Prato rallenta la sua corsa fino ad azzerarsi nel 4° trimestre, ma chiude l’anno a +15,2%; la maglieria chiude l’anno a +4,8%. Il distretto pratese riconferma anche nel 2011 la leadership dell’export tessile italiano con il 16,2% del totale export nazionale in valori.  La provincia di Prato è nel 2011 al 5° posto tra le province italiane per export di capi in maglia, con il 5,2% di quota di mercato, e raggiunge la 9° posizione tra le province esportatrici di abbigliamento in tessuto (era 20° 5 anni fa)”.

30-3-2012

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