Bruno Decker La nascita dell’e-commerce

In un mondo di autostrade digitali sono tanti gli abiti e gli accessori che si spostano virtualmente da un capo all’altro dei cinque continenti sfruttando la Rete. Tanti i siti nati nel corso degli anni, tante (ma anche in questo caso le percentuali sono inferiori ad altre nazioni) le aziende che stanno puntando sull’e-commerce.
BrunoDecker_280Lungimiranza e scelte azzeccate hanno accompagnato la creazione otto anni fa (e nel digitale otto anni sono un’era…) di SaldiPrivati, del gruppo Banzai, primo operatore nazionale di ecommerce.
1500 vendite di circa 600 brand con oltre 200.000 prodotti inviati ai clienti: le vendite durano in media 4-5 giorni; quasi un tocca e fuggi in cui i navigatori più esperti o semplicemente più veloci fanno affari d’oro. Nel 2012 SaldiPrivati si è aggiudicata tre importanti riconoscimenti: miglior e-tailer europeo, miglior e-tailer italiano e miglior social commerce in Italia.
Dietro a tutto questo c’è Bruno Decker, una laurea in economia aziendale alla Bocconi e ideatore del sito.

Quando e perché è nato SaldiPrivati?
Abbiamo sdoganato il mondo del fashion online nel 2007. Quando raccontavo che volevo andare dai brand, convincerli a bloccare della merce, prendere i campioni, fotografarli e metterli online e poi comprare sul venduto mi dicevano che ero pazzo, perché il cliente ha bisogno di toccare l’abito e provarlo ed i brand aspettano di dare via lo stock a quelli che arrivavano col camion. Solo dopo sono arrivati i primi operatori online e i brand hanno creato negozi virtuali. Negli ultimi anni molti sono passati alla Rete.

Cosa vi differenzia dagli altri?
Noi continuiamo a puntare molto sulle ‘flash sales’, in partnership con le marche per cercare di vendere prodotti a sconto e salvaguardare così il canale di vendita classico. Adesso facciamo 50 milioni di fatturato, il 60% del quale è imputabile al fashion.

La velocità del digitale impone di stare sempre aggiornati e di cercare novità…
Per migliorare l’offerta abbiamo preso atto dell’importanza di segmentare l’offerta pur restando sullo stesso sito. Quindi il sito appare diverso a chi si: se compra abiti per bambini ed è donna vedrà un sito diverso da quello di un uomo senza bambini. Questo ci ha permesso di passare da 3 a 7-8 vendite al giorno. Negli ultimi due anni poi ci siamo voluti spingere all’eccesso con un target, un sito, un’offerta e siamo arrivati alla verticalizzazione, col primo target dell’uomo over 35. Ed è nato Vico42, per l’uomo che abitudini di acquisto diverse da quelle della donna. Si presenta come un sito nuovo, diviso in tre aree: le flash sales con brand un po’ più alti con i quali valorizziamo l’offerta; Essenziali, con i must have sempre disponibili sul sito; Vizi & Passioni con circa 200 prodotti che esulano dal fashion e che sono per l’uomo che ama farsi piacere.

Avete contatti e vendite anche all’estero?
Vediamo molte mail con un .ru che ci fanno pensare che ci gente che compra da noi per rivendere altrove, anche perché c’è chi compra fino a 50.000 euro di capi. Abbiamo comunque una partnership con siti esteri con cui condiviadiamo la piattaforma tecnologica sviluppata da noi. Ma abbiamo ancora così tanto da fare in Italia che per il momento non pensiamo di vendere in prima persona all’estero.

Come sta l’Italia dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e del digitale?
Diciamo che il concetto di banda larga arriva fino all’ultimo miglio e che non sempre ci sono connessioni rapide. Noi comunque facciamo il 50% del fatturato tramite rete mobile e questo ci permette di bypassare il problema.

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