Un viaggio in Italia per incontrare i protagonisti della filiera del tessile tecnico e per promuovere quella che potrebbe essere una delle fiere dalla crescita più importante, Avantex. Da Parigi si è mosso addirittura il numero uno di Messe Frankfurt France, il Chief Executive Officer Michael Scherpe: con lui abbiamo dato anche uno ‘sguardo’ alle altre fiere di Le Bourget cercando di capire presente e futuro del settore.
L’ultima tornata di fiere francesi ha portato percentuali positive nei numeri di espositori e visitatori. E’ un segnale di maggior fiducia dei mercati, di miglioramento dell’offerta da parte dei saloni o di un contesto internazionale migliore rispetto al 2016?
In generale, le fiere primaverili in Francia hanno visto un aumento del 2% circa. Quest’anno le tre manifestazioni Texworld, Apparel Sourcing e Avantex hanno invece registrato un incremento del 6,9% e dall’inizio della crisi nel 2010 sono le fiere francesi che hanno avuto la maggiore crescita. Il motivo? La popolazione mondiale cresce sempre di più. All’inizio della mia carriera era pari a 5 miliardi, oggi è di 7 miliardi e si prevede che in futuro gli abitanti del nostro pianeta saranno 10 miliardi. Questa è la ragione alla base della continua evoluzione del settore tessile e del successo delle nostre fiere. In particolare, Texworld copre la maggior parte dei segmenti di mercato e propone ai buyer una valida offerta espositiva grazie alla presenza di aziende che possono offrire sia volumi che qualità che prodotti appartenenti a diverse fasce di prezzo.
Il baricentro del tessile “che funziona” si sta spostando sempre di più verso il tessuto tecnico. E’ una percezione che ha anche Messe Frankfurt France?
Nel 1987, anno della creazione di Techtextil, i tessuti tecnici non erano molto conosciuti. Gli ingegneri non si occupavano molto del comparto tessile e l’innovazione nel settore arrivava soprattutto dall’industria chimica. Abbiamo iniziato con Techtextil pensando e cercando di far capire che l’innovazione sviluppata per un settore potesse rappresentare una chance anche per altre industrie. Molte aziende hanno capito sempre di più che il tessile tecnico poteva avere applicazione in diversi comparti. Lo sviluppo dei tessili tecnici negli ultimi 30 anni è stato importante e fondamentale per lo sviluppo di tutto il settore tessile. L’innovazione è fondamentale perché permette di mantenere alto il livello dei prezzi. Osservando Techtextil ho notato che i tessuti tecnici erano utilizzati nell’abbigliamento di protezione e nello sport, ma molto poco nella moda, dove l’innovazione si limitava per esempio all’utilizzo di nuovi colori. Per questo mi sono chiesto se anche il fashion potesse avere migliori risultati grazie all’innovazione e da questa riflessione e dalla volontà di portare innovazione anche nel campo della moda è nata Avantex Parigi, per offrire una piattaforma e incentivare le aziende a introdurre la tecnologia nel fashion. Molti giovani sono orientati al fashiontech e per questo credo che oggi ci siano le condizioni per coniugare fashion e tecnologia.
In cosa Avantex differisce da Techtextil?
Avantex Paris copre tutta la filiera della moda, dalla fibra al prodotto finito, dalla creazione al retail. Propone per esempio prodotti finiti, abiti ed accessori di moda che abbiano una tecnologia integrata. Negli ultimi anni c’è stata una grande rivoluzione. Quasi tutti portano con sé uno smartphone, per questo nel tessile verranno sempre più integrate le nuove tecnologie. Per esempio sarà possibile rilevare e inviare informazioni al proprio medico e assumere medicinali attraverso i tessuti.
Texworld ha come punto di forza il tessile prodotto nel Far East. Gli equilibri si stanno spostando o è ancora la Cina il Paese di riferimento?
Texworld è specchio del mercato. Alla manifestazione sono presenti molti espositori cinesi perché la Cina rappresenta un grande Paese produttore anche per il comparto tessile e quindi ha una posizione di grande importanza nel settore. I principali Paesi tessili al momento sono Cina, Turchia e India, e tutti sono presenti a Texworld. Ma stanno emergendo altri Paesi come Cambogia. Vietnam, Etiopia e India anche se parlando di tessile naturalmente non possiamo dimenticare l’Italia, che è il Paese leader per quanto riguarda la creatività. In futuro a mio parere migliorerà la qualità della produzione cinese. L’importanza del mercato cinese è sottolineata anche dal successo di un’altra manifestazione Messe Frankfurt, Intertextile Shanghai Apparel Fabrics.
Quanto influiscono i contesti “esterni” (terrorismo, infrastrutture, scioperi, festività religiose all’estero…) nel vostro lavoro di organizzazione e gestione dei saloni?
Il problema della sicurezza riguarda tutti quelli che devono gestire eventi e situazioni che vedono la presenza di molte persone. Per il momento gli attacchi terroristici non hanno influenzato il mercato. Abbiamo in realtà registrato un calo dei visitatori del 4% all’edizione successiva al novembre 2015 e al Bataclan. Come organizzatori di fiere questi episodi sappiamo che adesso si rendono necessarie diverse strategie di sicurezza, così come accade per altri operatori come per esempio le compagnie aeree.
Molte fiere europee hanno anticipato le date per seguire le precollezioni. Voi state pensando a soluzioni simili a luglio e dicembre?
No, al momento per Texworld abbiamo un approccio diverso. Parlare di “preview” vorrebbe dire a mio parere non solo anticipare le date, ma presentare ad alcuni clienti in esclusiva una parte della collezione per poi portare sul mercato un prodotto più “maturo”. Le fiere Messe Frankfurt seguono ritmi precisi, si parte dall’Europa a inizio anno e si continua poi in Asia e a volte in America a partire da maggio.