Lo stand di Vitale Barberis Canonico è un bosco rigoglioso ispirato ai Giardini Reali Kew di Londra, così come la collezione A/I 2023/24 presentata a Milano Unica, chiamata appunto Garden. Un inno alla sostenibilità e alla qualità, evidenziate da pochi e selezionati capi appesi tra piante, fiori e piccole cascate d’acqua, lungo un percorso affollato di clienti e visitatori, a giudicare dall’affluenza nei primi due giorni di fiera.
Un ambiente “idilliaco” dove però si deve pensare anche a temi impegnativi e di grande responsabilità, visto che il “capo giardiniere” è Alessandro Barberis Canonico, che da un lato veste i panni dell’imprenditore e dall’altro ricopre il ruolo di presidente di Milano Unica.
Milano Unica e Première Vision sono tornate “vicine di calendario” anche a luglio. E’ d’obbligo fare qualche confronto…
No, non voglio parlare della Francia o di altri saloni, con i quali siamo comunque in contatto e con i quali abbiamo sia punti di contatto che differenze sia di mercato che di target. Mi piace parlare del nostro salone, che continua a fare la giusta selezione, che non è aperto a chiunque ma a tutti coloro che portano qualità, creatività e sostenibilità. Se proprio vogliamo fare un raffronto, sulla tipologia di prodotto, possiamo dire che ormai Milano Unica non è più soltanto un salone per l’Uomo ma ha 41 espositori che fanno tessuti per la Donna e oltre cento che fanno un prodotto sia per Uomo che per Donna e tutti gli espositori sono legati dal fil rouge della creatività.
Però potete rivendicare con orgoglio la lungimiranza per la scelta della data di luglio.
Fu una scelta che allora non mise tutti d’accordo e, nonostante si sia rivelata ottima, c’è ancora chi ha qualche dubbio. Però guardando ai risultati c’è da essere soddisfatti.
Col Covid la Cina è diventata irraggiungibile. C’è la possibilità di una edizione di Milano Unica in qualche altra nazione o bisogna attendere la riapertura di Shanghai?
La Cina è l’unico mercato in cui ha senso organizzare una presenza strutturata della nostra fiera, per numeri e potenzialità. Siamo stati costretti a lavorare in modo diverso, affidandoci agli agenti e facendo affidamento su edizioni aperte solo ai locali che però di fatto sono quasi sempre state rinviate o annullate. Aspettiamo che tutto torni alla normalità per poter tornare a Shanghai. Personalmente Milano Unica Cina è sempre stata una fiera interessante e soddisfacente.
La Turchia non può essere una “nuova Cina”, sia pure temporaneamente?
No, tra noi ed i produttori turchi ci sono livelli differenti, sotto tanti aspetti.
Com’è Milano Unica vista con gli occhi dell’imprenditore?
Puntiamo sulla qualità del prodotto ma allo stesso tempo siamo anche costretti dai tempi a seguire l’evoluzione dei costi. Se una volta era possibile programmare, anche a distanza di pochi giorni, ora non si riesce a farlo, è tutto un continuo divenire e lavorare così è arduo. Confidiamo negli aiuti del Governo con i vari decreti ma le vere soluzioni dovrebbero arrivare dall’Europa, dove però le decisioni devono essere unanimi e al momento ci sono Paesi non allineati con le nostre necessità.