Paolo Zegna Siamo un settore del futuro

Tessile e sostenibilità, due realtà destinate a percorrere una strada comune negli anni a venire, con gli occhi dell’Unione Europea a vigilare e a controllare che il cammino sia virtuoso e, magari, supportato da fondi pubblici.

E’ stato uno dei vari temi dibattuti alla Porto Convention: non solo nelle varie sale del Crowne Plaza che hanno ospitato workshop e presentazioni ma anche nei corridoi, durante le visite alle aziende del distretto di Porto e nella cena di gala al Palacio da Bolsa.

Tra i protagonisti della convention anche Paolo Zegna, past president di Sistema Moda Italia e attento osservatore dell’evoluzione del settore tessile nel mondo. A Oporto il trend degli interventi è stato improntato alla positività e all’ottimismo; Zegna è però anche molto pragmatico e attende l’evoluzione degli eventi.

Iniziamo con la questione dei rincari delle bollette…
E’ un problema che accomuna tutti, tanto le aziende quanto i cittadini, a seconda di come vieni coinvolto. Il fatto che il tessile sia stato riconosciuto in Europa come uno dei settori principali per sviluppare lavoro e sostenibilità è importante, per questo mi aspetto che l’Unione Europea possa ascoltarci, arrivando così ad un riequilibrio.

L’ex ministro Vieira ha detto che la guerra in Ucraina finirà in tempi brevi e che quindi le forniture di energia torneranno regolari.
Non so dire se sarà di breve durata, anche perché nessuno all’inizio avrebbe detto che sarebbe andata avanti così a lungo. Immaginare una soluzione per questa guerra è in realtà difficile.

Cambiando scenario: si sta chiudendo una lunga stagione di fiere tessili. E’ felice dell’evoluzione di Milano Unica?
E’ una fiera che ho voluto io ormai tanti anni fa per mettere insieme un universo disgregato di tante realtà più o meno grandi e importanti e abbiamo dimostrato che l’unione fa la forza. Ora non sono direttamente coinvolto nelle strategie del salone e osservo da fuori.

Quindi vede che la lungimiranza nella scelta di alcune date sta pagando.
Sì, ma non ne farei una questione di una fiera migliore dell’altra quanto piuttosto di capacità di trovare il modo di mostrare le nostre eccellenze in maniera incisiva ed efficace. Dobbiamo far vedere le nostre cose migliori, il servizio ottimo che garantiamo, e la fiera è uno strumento perfetto, che potrebbe allargarsi anche a realtà non italiane ma solo con una selezione molto attenta. Ingrandirsi tanto per fare massa non serve.

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