di Rossano Bisio
In occasione della XXI “Settimana della Cultura d’impresa”, per una domenica, la Fondazione Ermenegildo Zegna ha svelato i preziosissimi campionari del Lanificio Zegna, esempio di tradizione, stile ed innovazione.
In sintonia con il tema “A scuola d’ impresa”, le archiviste di “Casa Zegna”, coadiuvate dagli studenti dell’ITS – Tessile Abbigliamento Moda TAM di Biella, hanno raccontato con abbondanza di particolari alcuni dei contenuti più significativi dell’archivio sottolineando alcuni passaggi fondamentali della storia del tessile e della moda internazionale.
Lungi dall’essere un mero luogo museale, l’archivio, con i suoi 2.000 volumi, rappresenta un punto di riferimento per la squadra creativa dell’ intero Gruppo Zegna. Simbolo di innovazione e tradizione sono i minuziosissimi taccuini del Conte Ermenegildo, piccole Moleskine d’antan dove, dalla nascita del lanificio nel 1910, raccolse ordinatamente appunti di tessuti, mode, armature, filati, innovazioni tecniche e strategie commerciali.
Non solo, ogni tessuto dei campionari che si sono susseguiti è stato catalogato accuratamente e dotato di ogni dettaglio per poterlo riprodurre. Ne è testimonianza il mitico “Tessuto N. 1”, maneggiato in guanti bianchi e accuratamente descritto dagli studenti dell'”ITS TAM”; una grisaglia bianca e nera con decorazione verticaleggiante intrecciata in armatura batavia da quattro, di 500 grammi di peso al metro lineare; ai giorni nostri assolutamente improponibile per la stagione estiva. In occasione del centenario dell’azienda, i disegnatori del lanificio, con perizia e creatività, eseguirono un’operazione di restyling del cimelio mantenendone intatte le caratteristiche di stile ma riattualizzandone peso e consistenza.
Il tessuto realizzato, “1910 Centennial 2010” di soli 270 grammi al metro, realizzato con lane Merino extrafine di 15 micron, dalla finezza inimmaginabile all’ epoca del Conte Ermenegildo, ha avuto uno straordinario successo di vendita in tutti i negozi Zegna del mondo.
Altro tessuto che dimostra la lungimiranza e la tecnologia del lanificio è il tessuto “Centoventimila” datato anno 1961. Facendo seguito alla tradizione di non marchiare i propri prodotti con il sistema “Super Number’s” che attribuisce al tessuto una determinata finezza di fibra espressa in micron, la cimossa parlata del tessuto ci racconta che già in quegli anni il lanificio era in grado di produrre filati di titolo Nm 2/120. Risultato che, per complessità e regolarità, non è facilissimo da realizzare nemmeno ai giorni nostri. Nm 2/120 significa che è possibile ottenere con un chilogrammo di fibra un filo lungo 120 chilometri che poi sarà ritorto in due capi.
Oltre alle collezioni prodotte in Lanificio, l’archivio contiene altre straordinarie sorprese; negli scaffali lignei sono ordinatamente catalogati i 169 volumi componenti il fondo “Claude Frères”, un’ininterrotta galleria di tessuti europei dal 1859 sino al 1938. I “Claude Frères” erano produttori di “Nouveautès Textiles”, riviste di tendenze moda dell’epoca, da cui, ieri come oggi, i disegnatori traevano ispirazione per creare sempre nuove collezioni.
I tessuti contenuti sono sorprendenti, molto più sgargianti e fantasia rispetto a ciò che ci si potrebbe aspettare dalle stoffe provenienti da altri secoli. Curioso e creativo il paragone suggerito dagli studenti ITS Tam che, accanto ai vecchi e voluminosi book, ci hanno mostrato la stessa concezione di strumento realizzata ai giorni nostri. I fratelli Claude si sarebbero sicuramente stupiti di filati in grafene, di tessuti al plasma e degli effetti ceramici.
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