Provare per credere, Texpremium apre nuovi scenari

La traduzione letterale (“se non mostri non sai”) non è proprio esatta ma “If you don’t show, you don’t know”, mantra dell’organizzatore di Texpremium John Kelley, può diventare anche un “provare per credere” che invita le aziende a esporre nelle fiere a prescindere dalle crisi cicliche dei mercati.

“Il mercato adesso è depresso – ammette Kelley – ma anche nelle situazioni più difficili ci sono risvolti nuovi. Per alcuni grandi nomi che hanno chiuso o che sono in sofferenza ce ne sono altri più piccoli che sono passati da ordini di pochi metri di tessuti a ordini di migliaia di metri. E dopo un calo c’è sempre una crescita; i negozi non viaggiano a gonfie vele ma non sono neppure in condizioni terribili, va peggio ha chi ha ancora stock da smaltire”.

Texpremium è una realtà relativamente nuova nel panorama fieristico: “E’ stata una richiesta esplicita degli espositori italiani – continua l’organizzatore di Texpremium e The London Textile Fair – perché volevano un riferimento al mercato più alto, alla fascia lusso, cosa che si era un po’ persa alla TLTF con l’arrivo di aziende di altre nazioni. E sapere che a Texpremium ci sono tante aziende italiane fa da richiamo ai clienti”.

Rimane la questione delle date, che Londra ha scelto da tempo: “E’ sempre difficile cambiare – conclude Kelley – come abbiamo visto quando abbiamo dovuto iniziare il salone di lunedì, con risultati inferiori al consueto debutto di martedì. Con le decisioni di saloni come Munich Fabric Start, qualche dubbio di Parigi e la stabilità di Milano Unica credo che per Texpremium ci siano buone possibilità per giugno. Anche la scelta di tenere i prezzi molto più bassi rispetto ad altre precollezioni sta pagando”.

Indicazioni positive che arrivano anche dai corridoi del Business Design Centre, come nel caso di Giovanni Vasino, giovane presenza in fiera per la Angelo Vasino: “Dopo Italia, Francia e Stati Uniti – spiega – l’Inghilterra è per noi il mercato più performante. Abbiamo tra i clienti diversi brand di fascia alta e vediamo questa fiera come un supporto a Milano Unica e Première Vision perché ci consente di vedere in un tempo ristretto un buon numero di clienti”.

Il tutto in vista di un 2024 che si preannuncia ricco di incognite: “In realtà – conclude Vasino – noi chiuderemo il 2023 con cifre più alte anche rispetto al pre Covid quindi siamo fortunati. Di recente abbiamo scelto di alzare il livello ed il target dei nostri prodotti e siamo andati a toccare nuove fasce di mercato e per noi, che siamo relativamente piccoli, con 40 dipendenti, anche 5-6 clienti in più fanno la differenza”.

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