Ci sono le elezioni europee a fare da spartiacque sul destino del tessile del Vecchio Continente: dopo il 9 giugno infatti verrà formata una nuova Commissione europea. In vista di questo appuntamento Euratex ha pubblicato un Manifesto che presenta 15 richieste che contribuiranno a garantire un’industria tessile e dell’abbigliamento europea competitiva.
L’associazione chiede ai politici europei di riconoscere l’imprenditorialità come il fondamento di un’industria tessile competitiva, che offra prodotti di alta qualità e sostenibili, basati su innovazione, creatività e design. Viene quindi chiesto loro di lavorare insieme all’industria su un mix di misure e iniziative politiche che siano coerenti e offrano un quadro trasparente e prevedibile per le aziende, rendendole più resilienti e competitive.
Quattro i punti individuati per portare a compimento queste politiche. Il primo è lo sviluppo e l’attuazione di una politica industriale “intelligente” dell’UE. Per Euratex ogni nuovo atto legislativo dovrebbe essere sottoposto a un “test di competitività” per esaminare criticamente l’impatto delle nuove norme. L’Europa dovrebbe anche creare un ambiente favorevole per promuovere la formazione e l’occupazione nel settore. Euratex chiede inoltre all’UE di investire nell’innovazione e nella digitalizzazione e di fornire fornire alle aziende l’accesso all’energia sostenibile a prezzi più bassi.
Poi “Non c’è sostenibilità senza competitività”: per avere nuovi modelli di business con una minore impronta ambientale sono in discussione non meno di 16 proposte normative, ognuna con un calendario diverso, gestite da diversi dipartimenti della Commissione europea. Euratex chiede realismo economico. Questa serie di nuovi regolamenti deve essere coerente, applicabile, fattibile e applicabile per le PMI, e non deve spingere le aziende tessili fuori dal mercato. Inoltre alcuni Stati membri stanno procedendo più velocemente e alcune legislazioni saranno decise a livello nazionale, creando una frammentazione del mercato.
Terzo punto è garantire un commercio libero ed equo: l’Europa è il secondo esportatore mondiale di prodotti tessili e abbigliamento dopo la Cina ed è quindi importante che il mercato globale sia aperto, libero ed equo. Oltre al sostegno agli accordi di libero scambio in generale, Euratex vuole sottolineare che tutti gli accordi commerciali dovrebbero offrire un accesso effettivo al mercato per le aziende dell’UE e condizioni di parità in questi mercati. Un mercato libero e aperto dovrebbe andare di pari passo con la protezione dai free riders. L’UE deve sempre prendere in considerazione l’applicazione e l’applicabilità quando elabora nuove leggi; dovrebbe inoltre agire insieme agli Stati membri per un migliore coordinamento con criteri d’azione armonizzati tra le autorità doganali.
Infine il punto “Incentivare la domanda di prodotti tessili sostenibili”: i prodotti tessili sostenibili hanno in genere un prezzo elevato, che rende difficile per molti consumatori e acquirenti l’acquisto di tali prodotti. Euratex ritiene che, per creare una domanda e aiutare i consumatori ad acquistare un prodotto tessile sostenibile, dovrebbero esserci requisiti standard e incentivi fiscali. Le autorità pubbliche dovrebbero inoltre implementare gli appalti pubblici verdi, aumentando l’importanza dei criteri di sostenibilità nelle loro griglie di valutazione.
“Queste elezioni – dice Alberto Paccanelli, presidente di Euratex – sono un punto di svolta per il futuro dell’Europa e della sua base industriale. Mentre alcune regioni del mondo stanno già adottando misure per sostenere la propria industria, l’Europa è rimasta indietro. Ora abbiamo bisogno di una visione chiara che ci porti verso un futuro più verde e ricco. Dobbiamo conciliare questi due obiettivi e coinvolgere i principali partner globali, perché questa trasformazione non può essere realizzata da una sola Regione”.