C’è ottimismo, forse anche più del previsto, tra le aziende di Cna, intervistate dall’associazione di categoria sulle aspettative per il futuro.
Una impresa su 5 prevede risultati superiori a quelli pre-pandemia, ma il caro-energia, la burocrazia, l’inflazione ed i ritardi nei vaccini restano fattori di rischio importanti, che rendono il Paese Italia meno “affidabile” delle imprese stesse.
Circa il 30% degli intervistati si aspetta un anno molto difficile, una cifra che sale al 43,4% per la manifattura (43,4%). Oltre il 50% degli intervistati considera la vaccinazione obbligatoria l’arma più efficace per sconfiggere il virus ma con risposte differenziate tra i vari settori (50% nella manifattura) .
Per il 41,8% preoccupa la scarsità di materie prime e semilavorati, per il 42% i timori principali sono inflazione e caro-energia, in particolare nel comparti della manifattura.
Tra i fattori di rischio per la crescita economica il 37% delle risposte indica la mancata attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr, il 33,5% teme una fase di instabilità politica.
“La ripresa si gioca tutta su questi nodi cruciali – dice il presidente di Cna Toscana Centro Claudio Bettazzi – che devono essere al centro delle priorità istituzionali. Serve uno sforzo comune e congiunto per far arrivare al territorio le risorse del Pnrr e per gestire la ripartenza, malgrado una pandemia sulla quale sarà dirimente portare avanti il piano delle vaccinazioni e delle terze”.