Prodotto di lusso richiede negozio di lusso ma di questi tempi è un lusso anche abbassare l’impatto climatico legato ad un servizio. Per capire quanto incide sul clima Zordan, che realizza spazi retail per il lusso, ha deciso di utilizzare un’applicazione del metodo CFP SA per quantificare l’impronta climatica delle proprie produzioni custom.
L’azienda di Valdagno ha scelto la CFP (Carbon Footprint di Prodotto) come indicatore per misurare e ridurre l’impatto climatico dei retail concept dei propri clienti. Attraverso un tool che applica lo standard della CFP SA, Zordan è in grado di calcolare l’impronta di carbonio dell’arredo grazie alla scomposizione del suo ciclo di vita in tre macro-fasi: upstream (approvvigionamento materie prime), core (processi di trasformazione), downstream (trasporto e fine vita).
L’analisi permette anche di immaginare risparmi già dalla fase della progettazione del concept, con benefici su tutti i punti vendita realizzati nello stesso modo. L’obiettivo è arrivare a definire non solo dei KPI di misurazione dell’impatto del negozio sul cambiamento climatico, ma anche stimare dei parametri con i quali i brand possano confrontare le performance.
Sette i concept mappati finora: “Se guardiamo ai dati globali dell’inquinamento da gas serra, è evidente quanto le imprese siano parte del problema e quanto la gestione delle emissioni debba essere un elemento centrale di tutte le politiche aziendali, ma questo deve basarsi su criteri di misurazione oggettivi” spiega il direttore commerciale Alfredo Zordan.