Nonostante una settimana a dir poco complicata il distretto pratese ha risposto presente all’appello di Ecomondo, dove era atteso per parlare di tessile e sostenibilità.
“La rivoluzione del settore tessile: introduzione al cambiamento e istruzioni per l’uso” il titolo dell’incontro al Textile District della fiera riminese: regole sui rifiuti tessili, documento strategico europeo sul tessile sostenibile e circolare, regolamento di ecodesign, trasparenza e tracciabilità di filiera i principali temi toccati.
Ne hanno parlato Filippo Bernocchi, presidente di Ancitel Energia e Ambiente, Francesco Marini, in rappresentanza di Confindustria Toscana Nord, il vicepresidente di Alia Nicola Ciolini e Andrea Betti di Beste, probabilmente l’azienda più danneggiata dall’alluvione.
“Il successo dell’evento – commenta Bernocchi – sottolinea il crescente impegno degli attori della filiera tessile nell’adozione di pratiche sostenibili, circolari e innovative. Le evoluzioni normative derivanti dalla EU strategy for Sustainable and Circular Textiles rappresentano un’importante sfida ma al contempo una grande occasione per l’intera industria tessile europea e specialmente per quella italiana, caratterizzata dalla presenza di distretti di rilevanza internazionale come quello pratese”.
“Ho tracciato una panoramica del tessile pratese – aggiunge Marini – e di come le aziende, anche con l’affiancamento di Confindustria Toscana Nord, si stanno collocando nella rivoluzione del tessile. Ho dato particolare spazio alla piattaforma digitale di interscambio informazioni fra le aziende, finanziata con parte dei fondi giunti a Prato per il rilancio post-covid. Vigiliamo anche per contrastare alcune derive che emergono o potrebbero manifestarsi dalle strategie europee. Fra queste una certa svalutazione del riciclo. Ho evidenziato anche la necessità che l’introduzione di sistemi di responsabilità estesa dei produttori garantisca alla filiera una partecipazione attiva e di pari dignità; importante anche una corretta impostazione della futura normativa sull’end of waste, che collochi il passaggio da rifiuto a materia prima secondaria al momento della prima cernita. Rimane poi paradossale che l’attenzione dell’Unione Europea sia massima per i produttori europei ma minima per le importazioni da paesi con regole ben poco stringenti”.
Ciolini ha ricordato il progetto di creazione di un hub tessile proprio a Prato per trattare circa 30.000 tonnellate all’anno e si pone l’obiettivo di intercettare le raccolte di tutta la Toscana. Una volta in funzione, dopo una prima selezione manuale per il recupero abiti usati da reimmettere sul mercato, tutto il resto verrà selezionato meccanicamente e i tessuti, in base alla loro composizione, saranno destinati alle varie aziende di lavorazione. L’hub tessile costerà 20 milioni di euro e dovrà essere realizzato e collaudato entro giugno 2026.
Beste ha invece presentato il proprio esempio di strumento di riciclo e riutilizzo delle fibre, Beredo.